Vademecum Uccellatorio del Venerabilis Ordo Templarum Equitum

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Prima edizione goliardica a cura di S.E. Prof. Barone Edoardus I° Cardinal,
Ordinario e Docente di Uccellologia Applicata presso l'Università di Porta Pila.
(Anno Sancto, MCMLXIX, Augustae Taurinorum.)

L'Edizione attuale, in lievissima misura riveduta, corretta e aggiornata, è stata editata dal Siniscalco del Tempio,
Mons. Manolus II° Manginus IV° Curial S.O.T.C.a.P.,
nel rispetto delle linee guida tracciate con mirabile chiarezza dall'Autore,
cui va naturalmente tutto il merito di questa opera, oltre al plauso degli Studiosi e del Mondo Accademico tutto.

 

 

PREFAZIONE

Questo libro di altissimo valore e di superlativa ricercatezza si prefigge di fornire un conciso riassunto della meravigliosa disciplina che è l'Uccellologia.
Nell'interesse della brevità e della chiarezza, sono stati omessi molti dettagli sperimentali che gioveranno alla rapida consultazione.
La materia viene trattata in dieci capitoli riassumibili in altrettanti comandamenti, vere e proprie leggi fondamentali per coloro che si vogliono affacciare alla soglia delle mirabolanti vicende della Disciplina.
Sono profondamente grato a tutti coloro che mi hanno aiutato in questa mia fatica e desidero ringraziare in modo particolare il mio assistente prof. Iucundus per tutta la collaborazione che non mi ha dato.
Con l'uscita della prima edizione, sono lieto di poter annunciare che presto saranno pubblicate le traduzioni in in portoghese, tedesco, inglese, francese, cinese, portoricano, piemontese, siculo, ecc....

Prof. Barone_


INDICE GENERALE

  1. Capitolo Primo
  2. Capitolo Secondo
  3. Capitolo Terzo
  4. Capitolo Quarto
  5. Capitolo Quinto
  6. Capitolo Sesto
  7. Capitolo Settimo
  8. Capitolo Ottavo
  9. Capitolo Nonno
  10. Capitolo Decimo
  11. Epilogo Finale e Monito Pastorale
  12. Appendici (a cura di Manolus Venerabilis)
  13. Cosa volete ancora??

CAPITOLO PRIMO

La prima regola che qui enunceremo è una regola antichissima, la si fa infatti risalire ai tempi dell'Antica Grecia, e precisamente al fastoso periodo del predominio di SPARTA.
Potremo quindi definirla con l'appellativo di "Spartana" onde distinguerla dalle successive. Essa è suddivisa in sei articoli, che sono essenzialmente i seguenti:

  1. L'Uccellagione è sacrosanta, ma chi la compie non deve farsi cogliere sul fatto prima di averla ultimata.
  2. Chi viene colto in atto uccellatorio nei confronti di un Goliarda di più alta Carica o più bollato verrà punito con punizione di secondo grado essendo a sua attenuante lo avere un bel fegato.
  3. Chi uccella ad un Majore senza farsi cuccare può chiedere un riscatto, ma si consiglia di farlo da una località un pochino fuori mano, per esempio Calcutta; codesto riscatto dovrà essere richiesto tramite il proprio Vescovo. 1
  4. Uccellare ad un subalterno è cosa dilettevole e rilassante, non comporta rischio alcuno, ma solo abbondanza di riscatti. Unico inconveniente è la poca soddisfazione che la cosa comporta.
  5. Uccellare ai filistei (osti, ostesse e simili) è cosa sempre meritoria ed in seguito tratteremo l'argomento con codicillare attenzione. 2
  6. Proverbio Spartano: "Se Uccellagione tu farai, il riscatto chiederai".

In conclusione è evidente l'utilità meritoria a livello goliardico dell'Uccellagione che affonda le sue radici fino ai tempi epici ed eroici dell'antica Sparta; non si dovrà mai dimenticare l'esempio degli antichi, ma ricagando gli antichi sentieri raggiungere nuove tette e nuovi orizzonti.


CAPITOLO SECONDO

In questo capitolo sarà trattato il quesito che ogni buon goliarda prima o poi si pone: Perché si uccella?
In genere ognuno uccella pro cazzi sua, ma in questo trattato, che vuole essere esaustivo sull'argomento, tale risposta non può e non deve essere sufficiente.
Da remote testimonianze e da reperti pompeiani si può sicuramente affermare che l'Uccellagione scaturì dal desiderio inconscio del riscatto.3
Illustri docenti sono con me d'accordo: fu il riscatto (1) il primo alito che diede corpo all'Uccellagione, ma non sono da sottovalutare lo spirito del brivido (2), lo spirito d'avventura (3), e (4) lo spirito a 90°.
(1) Il Riscatto in tutti i suoi molteplici aspetti è particolarmente evidenziabile nei rapporti reciproci tra i vari goliardi. Esso deve essere opportunamente valutato e stabilito a seconda della circostanza. Di regola il riscatto si ottiene calcolando la "Sommatoria Uccellatoria": 4

S.U. = VP x VS x K

Ove VP     =      Valore pecuniale dell'oggetto uccellato;
Ove VS     =     Valore sentimentale;
Ove K      =      Coefficiente Variabile.

E' evidente che il K dipende da numerosi fattori che principalmente scaturiscono dalla situazione di carica e di bolli dell'uccellatore e dell'uccellato, oltre che naturalmente dalla vis dialettica e dall'esperienza goliardica delle due parti. Per una trattazione empirica del metodo di calcolo di tale coefficiente, si veda l'Appendice II.
(2) Lo Spirito del Brivido non può essere descritto in termini generali, né espresso in termini matematici; lo stesso discorso va fatto per (3) lo Spirito d'Avventura: essi sono l'essenza inebriante che scaturisce nell'atto uccellatorio, che solo pochi eletti sono in grado di assaporare.
Infine (4) lo Spirito a 90° si evidenzia nei rapporti con i già definiti filistei. Esso assai di rado si presenta al massimo grado: assai più frequentemente si manifesta nei suoi aspetti inferiori, spirito a 45°, a 40°, a 30°, a 18°, a 12°, a 11°, a 10°, fino al documentabile spirito tedesco, il cosiddetto "Bier Spiritk".
Il famoso Prof. Del Büs pone in evidenza l'usanza, assai apprezzata dai filistei, di ritornar loro i contenitori dello spirito precedentemente uccellati e successivamente svuotati, ma tale usanza comporta il rischio di arresto da parte della guardia di finanza con l'accusa di fare dello spirito clandestinamente: in tal caso sarà opportuno procurarsi in anticipo l'opportuna licenza, così ogni fastidioso contrattempo sarà evitato.


CAPITOLO TERZO

Passiamo ora ad un nuovo ed avvincente argomento che nella antitesi totale cogiterei definire "Quantità e Qualità".
Il goliarda inesperto uccella poco e male, quello esperto uccella molto e tutto quello che gli capita a tiro, ma il goliarda eccelso, la cosiddetta vecchia volpe, è assai diverso: nelle sue vene risiede il famoso "Morbus Segugi", egli cioè punta la sua vittima, la segue, la considera, la valuta, e nell'istante perfetto piomba con volo di falco ed occhio d'aquila. Gli eccelsi uccellatori sono dunque da considerarsi una classe eletta, la loro ricerca mira alla più sublime qualità e perfezione stilistica. Infatti, come è evidente, la quantità soddisfa le esigenze rozze, mentre la qualità è l'essenza ideale, l'ottimale fine che è di per se stesso premio e virtù.
Il Morbus Segugi, sia detto per inciso, è una forma mutante recessiva del ben più noto Vibrione Luetico, ma la sua pericolosità è però assai meno virulenta, essendone potenzialmente recettivi solo quei goliardi che, geneticamente, siano dominanti sul gene recessivo recentemente isolato in colture di Barol-vine.
Il celeberrimo Prof. Lai Lung, docente di Uccellologia presso l'Università di Pechino, ha recentemente reso pubblica la documentazione dei suoi ritrovamenti archeologici risalenti all'epoca Ming. L'aspetto più significativo della sua opera di divulgazione può essere riassunto in un detto Ming che il Prof. Lai Lung è riuscito a tradurre da una decalcomania vespasiana rinvenuta presso un orinatoio sacerdotale della antica Reggia Imperiale. In conclusione di questo capitolo riportiamo proprio la suddetta massima, poiché ritengo che esso sia la conclusione più significativa e didatticamente utile a cui debbano mirare i nuovi adepti della disciplina.

Saggio Ming: "Quantità non cercare, ma qualità tu cercare."


CAPITOLO QUARTO

Passiamo ora ad un nuovo argomento, che è certamente di grandissimo interesse generale: lo scopo attivo e politico dell'uccellagione nei rapporti sociali.

Nel rapporto tra singolo e singolo la politica uccellatoria incute terrore nell'individuo meno preparato ed è evidente che una Vola costituita da elementi singolarmente preparati incute un cauto rispetto ed un senso di panico generale nei confronti di quelle Vole meno addestrate.
Non si può quindi negare la grande importanza politica dell'uccellagione nell'ambito diplomatico di una Vola. Ci sono infatti numerosi esempi di Vole assai meno numerose di altre, che tuttavia riuscirono ad affrontare lo scontro numericamente sfavorevole e ad uscirne vittoriose proprio usando la micidiale arma dell'uccellagione.
La cosiddetta "Bomba U" si è quindi dimostrata di una efficienza mirabolante, e gli scienziati di tutto il mondo hanno torchiato i loro emisferi cerebrali riuscendo infine a sintetizzare la stessa in una pratica confezione che è ora la gioia di ogni Vescovo. So infatti parlando della bomboletta spray "U" in confezione tascabile di pratico uso, reperibile in ogni grande magazzino nell'offerta lancio "Tre bombolette più un preservativo".

Altro aspetto politico dell'uccellagione è il suo profondo carattere diplomatico che permette lo instaurarsi delle principali premesse della guerra ffrreeddaa e di quella surgelata. Il riscatto uccellatorio diviene infatti arma ricattatoria con notevoli possibilità di istituire una intrigata trama spionistica qualora venga opportunamente usato su subdoli individui di Vole avverse. E' evidente la necessità di prevenire lo spionaggio avverso istituendo uno speciale corpo anti-spionistico che già in molte Vole viene definito come: P.I.S. (Preventive Institution Spionistic).

In conclusione sotto molteplici aspetti l'uccellagione può senz'altro essere definita attività politica di Vola, che ogni adepto deve perseguire tenendo bene in conto il bene comune e il prestigio della propria Vola. Come disse infatti lo stratega Von Chiavewitz, "L'Uccellagione non è che la prosecuzione, per altre vie, della guerra e della diplomazia". (NdC)


CAPITOLO QUINTO

In questo capitolo verrà trattato lo scopo ed il valore didattico dell'uccellagione. Tale valore è di fondamentale importanza, poiché un Goliarda ben preparato ed abile nella disciplina non corre che ben pochi rischi di essere vittima di uccellagione. Si può quindi affermare, in modo rigoroso, che l'abilità e l'esperienza sono la negazione del vittimismo.
Il Già citato Prof. Del Büs ricorda come le statistiche dimostrino che un buon conoscitore della disciplina sia di rado vittima di uccellagione, il che comporta un non indifferente risparmio. Infatti le principali società di assicurazioni effettuano in tali circostanze notevoli sconti sulla quota annuale dell'assicurazione sul rischio. (Si rammenta che dal prossimo anno tale assicurazione sarà obbligatoria e dovrà essere stipulata improrogabilmente entro e non oltre il giorno 16 del mese di gennaio, se non si vuole intercorrere nelle sanzioni di legge stabilite nella Lex Picium Tantum).
Veniamo dunque alla didattica uccellatoria: essa si esplicita sotto diversi aspetti, il principale dei quali è senz'altro riassunto nella famosa triade vocativa tramandataci dal grande ed eroico capo indiano Uccellopelato: "SAPERE - PREVENIRE - UCCELLARE, Augh!".
Non mi stancherò mai di far notare la grande importanza di tali parole; il mio augurio è che ogni lettore possa fare tesoro di tale incitazione affinché la cima più alta, l'essenza più sublime dell'uccellagione possa essere un giorno il suo ambito traguardo: W L'UCCELLAGIONE W.


CAPITOLO SESTO

Regole di uccellagione:

  1. Tenere sempre presente che la regola delle regole è quella di non fidarsi mai troppo delle regole.
  2. Essere sempre accorti e non affidare mai nulla a nessuno, se appena lo si può evitare.
  3. Lex Massima è di non farsi mai uccellare nulla e in nessuna maniera, sia essa consentita o meno.
  4. Non recriminare di essere stati uccellati in modo irregolare (vedi asportazione abusiva di feluca con taglio di forbici) (NdCuratore: oggi come oggi una simile barbarie comporterà invece il linciaggio...) 5
  5. Cogliere sul fatto gli sforbiciatori solitari e tagliare loro la prima cosa che capita: le palle, un dito, oppure un ciuffo di capelli. (ndC: pratica oggi in disuso, ma perché no: a mali estremi...)
  6. Essere sempre pronti ad affrontare un tentativo di uccellagione.
  7. Uccellare con amore e con stile.
  8. Chi subisce uccellagione in modo regolare, comprendendo in coscienza di essersi fatto cogliere come si suol dire in castagna, paghi il riscatto, l'ha meritato.
  9. Chiedere un riscatto onesto e calcolato, ottenibile dalla formula della Sommatoria Uccellatoria (vedi Cap. 2).
  10. Uccellare per diletto, mai con cattiveria.
  11. Ricordarsi di dire ogni sera e ad ogni evacuazione la preghiera uccellatoria: "...Dacci sempre l'Uccellagione quotidiana, Dona Nobis il Riscatto e la P.......!".

CAPITOLO SETTIMO

Ognuno di voi si sarà certamente domandato CHE COSA si deve uccellare. Tale domanda, in apparenza così semplice, non può avere una risposta altrettanto semplice.
In teoria è uccellabile ogni cosa che può essere asportata ed è di appartenenza altrui, ma le tradizioni hanno consacrato alcune "vittime" preferenziali: esse sono dunque i vestimenti sacri (Feluca, Manto, Giustacuore). 6
Non sono tuttavia da disprezzare le cosiddette uccellagioni "Bacchiane" che fruttano ricche libagioni. Tali libagioni regolarmente inebriano a tal punto li goliardi uccellatori che essi, preda del mistico stato d'animo ch'è proprio dei misteri di Dioniso, dimenticano di chiederne il riscatto.. Tuttavia ciò è perdonato da Bacco, ed è quindi atto la cui liceità è fuori discussione.
Secondo il parere di grandi luminari, si deve preferire l'uccellagione della feluca, ma il mio parere è di non disdegnare gli altri sacri vestimenti, specialmente i novelli adepti dovranno sbizzarrirsi in ogni branca per poter acquisire la cultura e la destrezza in ogni specialità. Dalle statistiche D.O.P.S.A. si nota che al primo posto nella graduatoria delle "Res Uccellata" figurano comunque le feluche delle malodoranti matricole, seguite a breve distanza dalle feluche dei fagioli, mentre solo al terzo posto troviamo i manti vari; nella parte calda della graduatoria, che va dall'ottavo all'infinito posto, troviamo: la Piuma Cardinalizia all'ottava entry, al nono posto il Manto Cardinalizio. 7 Per ora invece non si hanno notizie di uccellagioni compiute nei riguardi di una rara feluca di color bianco con retina dorata: tale fatto è apparentemente primo di motivazioni evidenti, anzi dall'alto della nostra cattedra ci sentiremmo di invitare le maleodoranti matricole ad iniziare la loro carriera uccellatoria proprio da questa corta feluca ornata di bianca piuma. Con questo, sono conscio che mi accuserete di porre un compito semplice e per nulla rischioso, ma è evidente che gli inizi debbano essere rigorosamente facili.


CAPITOLO OTTAVO

Passiamo ora al capitolo dell'IMMUNITA'. L'importanza di tale argomento è capitale.
L'immunità viene decretata nell'ambito di Vola dal Vescovo Capo Vola, mentre a livello del S.O.T.C.a.P. (Supremus Ordo Taurini Cornus atque Pedemontanus) essa viene sancita da S.S. il Pontefice Massimo. 8
Una volta decretata, essa deve essere rispettata nell'ambito delle modalità con cui è stata istituita.
Tuttavia il buon goliarda in tali circostanze, pur evitando categoricamente di uccellare, non mancherà mai di prestare la massima attenzione nel salvaguardare i proprio oggetti sacri, poiché la storia insegna che ci sono anche i sordi.
Tali sordi, naturalmente, saranno amorevolmente curati con prodigiosi rimedi ed elisir di cui solamente i Vescovi e S.S. il Pontefice Massimo conoscono la formula.
Dalla recensione di numerosi autorevoli trattati, e dalla resintesi di varie minuziose statistiche, posso senza dubbio alcuno affermare che, per mirabolante prodigio scientifico, non si hanno notizie di effetti collaterali di questa cura: infatti tutti coloro che sono stati sottoposti alla terapia sono prontamente e miracolosamente guariti. Le vie e il sapere Pontificali sono infinite, e nulla può essere posto a paragone per intendere la Sua Mente. Per coloro che temono di essere colpiti da sindrome sorditaria, è opportuno procacciarsi il rimedio del caso con prontezza e sollecitudine, presso la propria Farmacia di fiducia. Tale rimedio è così costituito:

30 gr. HCl + 20 gr. H2SO4 + eccipiente nitroglicerico q.b.


CAPITOLO NONO

E' questo il capitolo a me più caro, trattando infatti dello "Spirito d'Arte" nell'Uccellagione.
Solo gli animi dolci e delicati riescono a percepire l'Arte nell'Uccellagione: è infatti Arte sublime la fine destrezza di delicate dita che, qual soffice piuma, si calano delicatamente sulla preda; pare quasi di sentire una deliziosa e romantica armonia, mentre a tratti esce l'impetuosità violenta e travolgente di un'orchestra al culmine di un'aria verdiana.Lo spirito che scaturisce nell'Atto Uccellatorio ha la perfezione inebrainte di una statua michelangiolesca, è in grado di travolgere come l'assenzio.
A voi, nuovi discepoli; a voi che vi affacciate a questa per voi nuova disciplina, auguro di giungere alla percezione di tale livello artistico. Solo così, infatti, potrete affermare di essere alfine giunti alla meta dei vostri desideri. Le sofferenze e le delusioni non vi dovranno fermare, ma dovrete allenarvi ogni giorno con abnegazione e sacrificio, sempre mirando a questo fine ultimo, per ottenere la perfezione artistica.
L'Arte Uccellatoria ed il suo spirito sono evidenziabili, in conclusione, con il fine ultimo uccellatorio.
Il Prof. Ciucia-An-Ciò dell'Università di Ci-Cago nelle sue Tavole Uccellatorie decreta la primaria importanza dello spirito artistico nell'Uccellologia e nessuno è stato finora in grado di affermare una tesi che sia anche in minima parte contrastante con la sua teoria, che storicamente viene tramandata come:

Teoria pratico-artistica di Ciucia-An-Ciò (universalmente nota in ogni postribolo orientale).


CAPITOLO DECIMO

Eccoci giunti all'ultimo capitolo che si svilupperà in due paragrafi: la Teoria Uccellatoria (a), e la Pratica Uccellatoria (b) .

    A) TEORIA UCCELLATORIA

Tale argomento è stato trattato nel corso di lezioni che questo trattato ha sviluppato e sviscerato, non vi è perciò alcunché che debba venire aggiunto. Ci pare però utile ricordare al lettore di studiare e applicarsi.

    B) PRATICA UCCELLATORIA

Dalla teoria alla pratica il passo è breve, ma dovrete farlo voi: i rischi e le soddisfazioni vi attendono. Non attendete oltre, lanciatevi nella mischia e siate qual mosca sulla ...
L'ultimo mio consiglio o detto finale sia per voi monito di tutto ciò che si deve e non si deve fare: rimembratelo e cogitatelo!

Detto Finale Baronale: 9
Tanto va la Ricciolina in Goliardia
che ci lascia la Feluca
Il consiglio di anzianità mia
è che la tenga sempre in su la zucca
(così nessun gliela cucca).
10


EPILOGO FINALE

Imparare dalla Goliardia per vivere bene nel mondo e nella vita.

 

- FINE -                 - THE END -                 - FINIS -                 - A L'E' FINI -

 

Barone Editore

 



APPENDICI (A cura di Manolus Venerabilis)

Tale tratatto, quintessenza della disciplina Uccellatoria e massima espressione teoretica della medesima, è al giorno d'oggi quanto di più dotto e completo sia stato scritto al riguardo. Tuttavia esso venne vergato nell'Anno Santo, più di 30 anni fa, e constatato che i Tempi, gli Usi, gli Uomini, le Donne cambiano (non nelle cose essenziali, Deo Gratias, ma cambiano...) ci pare Cosa Buona & Giusta aggiungere un modesto contributo di aggiornamento, scritto di Nostro Pugno, onde rendere questo monumento del sapere goliardico ancora più utile a chi voglia accostarsi alla Scienza. Nel corso del testo, inoltre, siamo intervenuti là dove lo stile arcaico della trattazione (e il tasso etilico di composizione) andavano a scapito della chiarezza espositiva, ma il nostro labor limæ si riduce a ben poca cosa. In questa sezione, invece, ci accingiamo a chiarire i passi più oscuri di quanto sopra esposto, con agili note direttamente collegate al testo originale (APPENDICE I). Ci è parsa inoltre cosa utile allegare piccoli compendi atti ad aggiornare il lettore sulle nuove tendenze della Disciplina, senza trascurare l'aspetto prettamente matematico e teoretico della stessa, trattato con rigorosa esattezza. (APPENDICE II).

APPENDICE I

  1. In realtà al giorno d'oggi tale usanza è in disuso, essendo ogni goliarda responsabile di se stesso; tale "canale" di richiesta del riscatto è però perfettamente lecito, ed in particolari casi consigliabile. Se poi l'Uccellagione aveva valenze politiche tra Vola e Vola, sarebbe buona regola rimettere la Res Capta nelle mani del proprio Vescovo, che saprà premiare l'ardito uccellatore.
  2. La promessa dell'Autore non viene mantenuta all'interno di questo trattato, sarebbe infatti dovuto uscire alle stampe, a due mesi dalla pubblicazione della presente opera, il "Compendio Universale Uccellatorio". Si quietino però i bibliofili: tale opera non figura in nessun catalogo poiché non vide mai la luce. Pare infatti che l'Autore, in un momento di crisi artistica, avesse usato il manoscritto per avvolgere un mazzo di rosmarino; alcuni aghi sono però conservati al Museo Universitario dell'Ateneo di Porta Pila, e sono oggetto di pellegrinaggi annuali da parte del mondo accademico tutto, che ancor'oggi piange la perdita di un'opera fondamentale. Comunque, valgano in generale le seguenti considerazioni: l'Uccellagione a filistei deve sempre essere "estemporanea" e restituita e risarcita quanto prima, nel giro di pochi minuti al massimo. Si applichi però, a questo proposito, la Lex Menga.
  3. In realtà nuovi, recenti scavi archeologici presso le rovine di Gomorra hanno permesso di allargare notevolmente le conoscenze in questo settore: è in particolare dimostrato che la pratica dell'Uccellagione sorse intorno alla metà degli Anni '50, inizialmente allo scopo di insegnare alle fetentissime matricole a badare e a onorare le proprie insegne goliardiche. L'Uccellagione veniva dunque compiuta da un Anziano alle spese del novizio, che pagava un simbolico riscatto come ammonimento a prestare più attenzione. Prima di questa epoca, invece, di uccellagione non v'era traccia, tant'è che i Goliardosauri più anziani (ante Anni '50) non portano alcun tipo di cordone, non dovendo temere uccellagioni di sorta (e chi mai oserebbe levare mani rapaci sulle Loro Reverende Canizie??). In seguito però l'Uccellagione venne ad acquisire, oltre allo scopo primo, essenzialmente didattico, nuove motivazioni, che sono quelle magistralmente indicate dall'Autore. Divenne, insomma, un momento ludico, elevandosi in seguito a vera forma d'Arte.
  4. Sarebbe più corretto dire "Produttoria Uccellatoria", non comparendo nella formula addizioni ma moltiplicazioni; tuttavia al lettore agile in campo matematico non sfuggirà che, dalla formula fornita, passando alla trasformata di Cambronne, estraendo la radice sessantanovesima e ritrasformando mediante forme integrate differenziali di De Sade, è possibile ricondursi, con semplici passaggi algebrici che qui, per brevità, omettiamo, ad una forma fasoriale in cui compare la somma convergente in antani di una Serie di Logaritmi di Masoch. (c.v.d.)
  5. Si è negli ultimi tempi affermata la cosiddetta "Corrente di Lupin" secondo la quale un'uccellagione, per essere valida, deve essere esclusivamente frutto di destrezza e arguzia, mai di violenza. Per violenza si intende qualsiasi atto che leda l'integrità materiale dell'oggetto da uccellare, quindi ogni tipo di danno, strappo, perforazione, scollamento, scucimento comporta l'immediata gogna del danneggiatore, che pagherà il doppio del valore dell'oggetto danneggiato, oltre che le eventuali riparazioni e sostituzioni.
  6. In realtà prede ancora più gustose e facili da uccellare sono le placche, specie quelle di Capo Ordine che fruttano riscatti immensi. Caso a parte è costituito dai Gonfaloni, sempre sorvegliatissimi: l'uccellagione di un tale oggetto ha conseguenze devastanti, paragonabili a quelli della bomba all'Idrogeno. In sintesi, ogni oggetto di pertinenza goliardica sarebbe uccellabile, con le dovute distinzioni: oggetti goliardici ma che, per la loro funzione o natura, necessariamente devono passare di mano in mano (come canzonieri, chitarre con simboli goliardici, o album di fotografie) non sono naturalmente uccellabili.
  7. Le recenti statistiche coincidono solo in parte con quelle antiche: in particolare l'uccellagione di placche e corpetti ha registrato un vero e proprio boom, in netto calo sono invece i manti cardinalizi, vuoi per il sano rispetto che incutono, vuoi per altre oscure motivazioni.
  8. La Pax Goliardica può essere sancita dal CapoOrdine, o dal Capocittà se presente, o da chi ne fa le veci se assente (in riunioni di Corno, il Nobile Piumato di più alto grado e anzianità, in questo ordine di importanza). Si noti che sul territorio del S.O.T.C.a.P. (Piemonte, Valle d'Aosta, Nizza, Savoia, ed Anche Più In Là...) vige Pax Perpetua su alcuni oggetti: in particolare su tutte le insegne e le proprietà del Pontefice Massimo (Placca, Scettro, Manto, Feluca, Piuma, Ammenicoli Pontifici, Pastorale, Mitra, eccetera, ivi inclusi papiri in Suo Possesso e persone alla Sua Difesa, Guardie Svizzere incluse con relativi possedimenti, oggetti e divise). Pax Perpetua, per 24 ore e 69 secondi vige poi sulle insegne e sul Papiro appena conferiti dal Pontefice ad un Nobile del Corno. Pax Declarata o Implicita vige poi qualora goliardi depongano le insegne in un luogo comune (in treno, in una casa o altro luogo dove più goliardi abitano o dormono), però fate attenzione perché è almeno in parte discutibile. Infine lo Ius Magionis sancisce la nullità degli scazzi o delle uccellagioni patiti dal proprietario materiale o ideale di un luogo (casa, automobile) al suo interno. Non è però una buona ragione per invitare a cena a casa propria il Pontefice ed intonargli il Gaudeamus sotto il naso, il cibo potrebbe in questo caso entrare nei dotti digerenti per vie traverse...
  9. In questo ultimo brano il lettore attento noterà l'accresciuto livello etilico del Professore, chiaramente deducibile dalla metrica "ispirata" dei versi. Numerose ipotesi sono state formulate sull'identità di "Ricciolina", e le ipotesi più accreditate la identificano con una matricola di sesso femminile piuttosto sprovveduta, che dovendo più volte pagare in Venere onde riottenere il berretto (Si quieti il purista, ho detto proprio berretto, a Torino si chiamava anticamente così, non feluca che è termine toscano, non pileo che è termine veneto!) aveva reso note oves et boves talune particolarità anatomiche sulle quali sorvoliamo...
  10. Si noti che nel territorio di Supremazia del S.O.T.C.a.P. tale regola è universale e non discutibile: non può venire uccellata la feluca indossata in capo. In altre zone, però, vigono differenti usanze, ad esempio quella del Colpo di Bora, quindi occhio se vi trovate all'estero!

 

APPENDICE II

Il lettore che sia interessato agli aspetti prettamente matematici del calcolo del Coefficiente K della Sommatoria Uccellatoria potrà trovare, conservato sotto vetro nella Biblioteca del Dipartimento di Matematica Superiore dell'Università di Tü-spingen, l'antico incunabolo che ne riporta fedelmente tutti i passaggi matematici e le doverose, rigorose dimostrazioni. Tale Opera, scaturita dalla mente inarrivabile di Frà Martino Kampanarus, antico monaco dell'Abbazia di Dindondanus, può essere liberamente consultato da chiunque sia in grado di suonare "Bambina Mia di Zucchero" sulle campane della Cattedrale di Tüspingen. Buona consultazione.

Per coloro che invece non apprezzano le limpide sottigliezze della scienza matematica, o che non possiedono i requisiti per capirla a fondo, non avendo (tapini!) sostenuto con esito positivo gli esami di "Analisi Matematica VII", "Calcolo Tensoriale Iperspaziale" e "Complementi di Algebra applicata all'Uncinetto"... non possiamo farci nulla... rimarranno privi di questo fondamentale arricchimento culturale.