I TEMPLARI

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(Pauperes Milites Christi)


Premessa:

Questa pagina vuole essere un omaggio e un breve riassunto della storia dei Templari storici, intesi come ordine monastico-cavalleresco attivo tra il 1118 e il 1307. I dati esposti sono basati unicamente su fatti storici, quindi questa pagina non è che una sintesi, una specie di "bignami" della storia della Milizia: non vi sono contributi originali dell'autore (eccezion fatta, appunto, per il lavoro di sintesi da diverse fonti) e non si troveranno naturalmente riferimenti a sette esoteriche, logge massoniche o quant'altro, che a parere del curatore non hanno nulla a che spartire con lo spirito e con il passato dell'Ordine.


Correva l'anno 1099. Si era appena conclusa la Prima Crociata, il primo capitolo di un fenomeno storico che, a prescindere dalle interpretazioni più o meno di parte che i vari storici ne danno, evidenziò il conflitto tra due diverse culture: quella cristiana e quella musulmana. Con la caduta di Gerusalemme, si concluse quel pellegrinaggio armato voluto dal Papa Urbano II° al concilio di Clermont-Ferrand, nel 1095. La maggior parte di coloro che vi avevano partecipato, cavalieri, nobili, o semplici viandanti, fece ritorno in Europa, lasciando così sguarniti di uomini e di mezzi i fragili regni cristiani appena sorti in Terrasanta; questi, circondati da nazioni ostili e potenti, si trovarono fin da subito in netto svantaggio e tutto faceva presagire una rapida "reconquista" araba del Santo Sepolcro. Fu allora - dicono i cronisti dell'epoca - che un gruppetto di nove cavalieri, tutti piccoli feudatari francesi, scelse di rimanere in Palestina per difendere dai predoni i pellegrini che continuavano ad affluire in Medio Oriente. Vivevano secondo la Regola di San Benedetto (castità, povertà e obbedienza), ma si dedicavano anche all'arte militare: li capitanava Ugo de Payns, futuro primo Maestro (o Gran Maestro) dell'Ordine Templare.

Le voci su di loro si sparsero, sia in Palestina che in Europa. Era il 1118 e il Re Baldovino di Gerusalemme concesse fin dall'inizio privilegi e sovvenzioni; anche il Papa Onorio II°, vinta un'iniziale diffidenza verso questi monaci guerrieri (in quanto dediti alla contemplazione così come alla violenza), scelse, grazie anche all'appoggio di San Bernardo, Abate di Clairvaux, di dare il suo benestare: riconobbe formalmente l'Ordine, e da quel momento i "Pauperes Milites Christi" ricevettero donazioni in denaro e in terre da ogni parte d'Europa. Stabilito il loro quartier generalea Gerusalemme, in prossimità dei resti della Spianata del Tempio di Salomone (da qui il nome), i Templari crebbero in numero e potere, giungendo a farsi carico della difesa dei regni latini d'Outremer.

Nel giro di pochi anni, in seguito alle generosissime donazioni, sorsero in tutta Europa le commende, ovvero case, monasteri, caserme, cimiteri e fattorie di proprietà dell'Ordine, presenti in ogni località degna di nota e soprattutto sulle vie dei pellegrinaggi. Erano centri di reclutamento di nuovi membri da inviare in Palestina, e servivano per sostenere le enormi spese delle campagne militari. Ancora oggi si trovano facilmente le tracce di queste "filiali": chi di voi è stato in Costa Azzurra, ad esempio, avrà forse notato come ogni paesino abbia la sua "Rue desTemplières", nel luogo in cui anticamente sorgeva una chiesa o una caserma dell'Ordine; non parliamo poi di Parigi, dove ancora oggi la "Rue Vieille duTemple" segnala il sito in cui si trovava la Casa Madre Europea dell'Ordine. Anche il Piemonte è ricco di tracce Templari: si pensi alla chiesa di Sant'Eligio a Moncalieri, o all'Oratorio di San Leonardo a Chieri, antica Foresteria Templare che conserva interessanti affreschi dell'epoca.

Altro punto a favore dei Templari, oltre alla capillare diffusione delle loro commende, fu l'abilità diplomatica: stabilirono rapporti bilaterali con i Turchi, con gli Arabi e persino con la potentissima setta sciita degli Assassini del Vecchio della Montagna (da cui riscuotevano una decima!). Possedevano inoltre una fitta rete di agenti segreti infiltrati sia nel mondo islamico che in Europa.

Alla fine del XII secolo la potenza dei Templari raggiunse il suo apice: divenuti un esercito d'élite, temutissimo dai Musulmani, ma soprattutto una vera e propria potenza politica ed economica in grado di rivaleggiare con nazioni come la Francia (a cui, nel secolo successivo, prestarono forti somme), essi vennero gradualmente perdendo quella funzione militare che li aveva resi famosi, complici anche i risultati disastrosi delle ultime crociate, a cui l'Europa partecipava con sempre più scarsa convinzione. Alla fine del XIII secolo il XXIII° Maestro dell'Ordine, Jacques de Molay, trasferì il tesoro del Tempio da Cipro a Parigi, dove lui stesso si insediò. Fu l'inizio della rovina. La ricchezza e il potere dell'Ordine, col tempo, avevano incominciato a venire visti di malocchio dai potentati dell'epoca, che sentivano il loro potere personale sminuito dai molti privilegi del Tempio (si noti che dal 1139, grazie ad una Bolla Pontificia promulgata da Innocenzo III°, l'Ordine aveva diritto di riscuotere le decime nel proprio territorio, e nulla doveva in tasse al Re o al Pontefice; i Templari erano inoltre giudicabili solo da tribunali ecclesiastici...).

In breve tempo la situazione precipitò: il Re di Francia Filippo il Bello, coadiuvato dal Primo Ministro Guglielmo di Nogaret, dopo un'astuta campagna denigratoria contro il Tempio fece arrestare nella notte di venerdì 13 Ottobre 1307 tutti i Templari presenti nel suo regno, e tra questi lo stesso Gran Maestro Molay. Riuscendo poi a manipolare l'inizialmente riluttante Pontefice avignonese Clemente V (da lui appoggiato nell'elezione), Re Filippo estese l'arresto a tutta l'Europa. Ciò sdegnò enormemente l'opinione pubblica (e persino Dante! Pg XX, 91-96) tanto più che le motivazioni dell'arresto, pur essendo infamanti (eresia, sodomia, demonismo, connivenza con gli infedeli...) non erano corroborate da alcuna prova. Ma l'arresto avvenne ugualmente e, sotto tortura, alcuni "confessarono". Tuttavia il Papa cercò di creare una difesa per i Templari, ma Filippo il Bello ottenne dall'Università di Parigi (Universitas Magistrorum, e come tale soggetta al potere temporale del Re e facilmente manipolabile) una sentenza che indicava colpevoli chi difendesse i Cavalieri. Così 54 Cavalieri vennero arsi vivi su un'isola della Senna e due dei quattro avvocati difensori "sparirono" misteriosamente. Il Papa, prima di sciogliere l'Ordine, aveva nuovamente tentennato, infine cedendo alle pressioni del Re di Francia. L'inevitabile risultato fu la salita al rogo, il 19 Marzo del 1314, dell'ultimo Gran Maestro, Jacques deMolay, e di molti Notabili, tra cui il Gran Precettore di Normandia Charnais (discendente, pare, di un altro templare omonimo che secondo alcune fonti trasportò in Europa la Sacra Sindone, ma questa è un'altra storia...). Filippo il Bello, nonostante i modi particolarmente "disinvolti", l'ebbe dunque vinta su tutti i fronti: riuscì a liberarsi dell'influenza politica e dai debiti monetari contratti con il Tempio, giungendo perfino a salvare la Francia dalla bancarotta rimpinguendo i forzieri del regno con il tesoro sottratto ai Cavalieri!


NOTE CONCLUSIVE

In seguito a tale repentina fine dell'Ordine Templare fiorirono dal nulla, in quegli stessi anni, numerose leggende: secondo alcuni, ad esempio, una carretta di fieno avrebbe lasciato, poco prima dell'arresto, la Commenda di Parigi, portando in salvo un non meglio precisato "tesoro" (teoria che, secoli dopo, ispirerà ad Umberto Eco "Il Pendolo di Foucault").

Secondo altri invece i Templari, dotati di oscure conoscenze in campo esoterico (e quali poi?) avrebbero proseguito in clandestinità a coltivare le arti magiche, tramandandole ai maghi rinascimentali e ai Rosacroce... Altri ancora parlano di una maledizione scagliata da Molay al Re e a Celestino V, ed in effetti entrambi morirono entro l'anno, seguiti dal bieco Nogaret, ma questo non è esattamente quello che uno storico definirebbe una "prova"...

Da tutte queste ipotesi campate in aria è purtroppo fiorita una vastissima letteratura, tutta imperniata sull'esoterismo e sulla magia: ancor oggi in circolazione, anzi in continuo aumento. Non mancano nemmeno coloro che fanno derivare dai Templari la Massoneria ma questa teoria, peraltro molto più plausibile di tante altre, è quantomeno difficile da provare. Restando su un piano rigorosamente storico, si hanno prove di piccoli gruppi di Templari scampati all'arresto e sopravvissuti più o meno in clandestinità: questo avvenne principalmente in Spagna, dove l'Ordine, per l'importante ruolo svolto nella Reconquista, era più benvoluto (basti pensare che i Dottori in Diritto Canonico dell'Università di Salamanca si pronunciarono contro la condanna emessa dai colleghi della Sorbona (pagati da Filippo) e scagionarono ufficialmente il Tempio). Gruppi di Templari sopravvissero anche in Scozia, Portogallo, Cipro, e forse nell'Europa orientale; gli altri membri confluirono in massa in altre organizzazioni analoghe come i Cavalieri Teutonici o l'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni (ovvero i Cavalieri di Malta, attivi ancor oggi, che incamerarono buona parte dei beni del Tempio e con i quali l'Ordine, pur collaborando nel corso di azioni belliche, era sempre stato in forte rivalità).