La Mummia del Museo Egizio

Tre - no, che dico! - due, erano i giorni passati dal mio primo Processo, dalla sedia del Torero all’amabile fanciulla che intraprese con me un “girarrosto” sul tavolo… ma questa è un’altra storia.

Dicevo… pochi i giorni di Goliardia passati prima di giungere a quel sabato pomeriggio… un soleggiato sabato d’autunno, l’imponente figura della Mole che, dalla sua altezza, ci sorrideva felice, felice come il mio sguardo che vagava in piazza Gran Madre. Così, ignaro di ciò che sarebbe successo, attendevo con calma l’arrivo del Venerabile Maestro nonché degli altri miei fratelli… nella mia mente mi assicuravo di avere portato tutto ciò che occorreva: beh, non era difficile, alla fine erano solo 3 rotoli di carta igienica. Anche una matricola novella ce la può fare a ricordarlo.

Non dovetti attendere a lungo prima che essi giungessero e Lui giungesse… e subito ci mettemmo in marcia per le vie del centro cittadino… L’idea veniva pian piano esposta dal favellare del Venerabile Manolus, e noi tutti pendevamo dalle Sue labbra… (non quelle inferiori, però; ma porc’, sapevo che dovevo venire al tempo di Ovololla uff..) e così mentre l’idea si faceva più chiara arrivammo già al primo bar all’imbocco di Via Po; quella non era la nostra meta, ma un nobiluomo riconoscendo la magnifica figura di un Episcopo non volle rinunciare al privilegio di offrire da bere a Lui e alla Sua Vola: accettammo, e non mai si dica che un Templare sia sgarbato e rifiuti il giusto obolo! Seppur ancora senza minimo sforzo udii per la prima volta “Sempre sia lodato il fesso che ha pagato”

E così fu… la mia testa di matricolina ancora acerba all’inizio non comprese molto… mi accorsi solo dopo di avere sul viso quel sorriso sincero, strano… non me lo seppi spiegare allora e nemmeno sono sicuro di esserne capace, ma mi stavo godendo i miei vent’anni.  E così con quel sorriso, quel fare beffardo ma mai maleducato, continuai a marciare verso il nostro obiettivo: il museo Egizio. E via all’operazione di questua: obiettivo primario, strappare un sorriso ai cittadini! Tutto quello che sarebbe successo dopo era un surplus… un surplus che si rivelò ben accetto.

Accadeva infatti che in quel periodo si erano succeduti una serie di inspiegabili svenimenti tra i visitatori del museo, tutti in prossimità della sala delle mummie. Soprattutto tra i bambini, sicuramente più impressionabili. Il Venerabile volle dunque presentare, all’ingresso del Museo, una mummia simpatica e inoffensiva, che togliesse ai visitatori la paura e, già che c’era, strappasse un bicchierino facendoselo offrire dai visitatori più adulti. Obbiettivo che centrammo in pieno.

E così ecco che, giunti in via Accademia delle Scienze, procedemmo alla realizzazione; il Venerabile disse: - “Bene, Ci serve una mummia”  Non me ne resi nemmeno conto, ma mi presentai io spontaneamente… (lo volevo fare, volevo essere io partecipe, benché insignificante matricola, vedevo il Venerabile come un “Mostro Sacro della Goliardia”, e volevo fare anche io la mia parte e che caxxo!!!) e così aiutato dai vari fratelli, pian piano mi si circondava di carta igienica, si lasciava solo uno stretto spazio per gli occhi, et voilà… un mummia appena resuscitata dal museo Egizio che girovaga per le strade di Torino. Ci va un nome però… un motivo magari legato al nome per avere una logicità nel proprio fare; vari nomi nacquero, ma alla fine fu scelto quello di Alithosis, venni così seduta stante battezzato come Girarrostus Alithosis… mummia dell’antico Egitto che dopo circa 5000 anni si era svegliata ed ora aveva una gran sete… così tanta sete, che solo l’aiuto della gentile cittadinanza l’avrebbe potuta placare. E così si passò dal museo Egizio a fermare gli stranieri che passavano… la mia prima questua insomma, spostandoci nei vari bar cittadini tra una canzone ed un’altra.

Lascio il privilegio di sapere per filo e per segno tutto quello che successe solo a chi era lì presente. Carina soprattutto per la mummia fu l’idea di due fanciulle… le quali invitarono tutto il Tempio, quale custode della mummia, al bar li vicino… Amabile discussione da parte dei fratelli nello spiegare i vari motivi del risveglio dopo 5000 anni e della sete che attanagliava la povera gola della mummia; che se non sarebbe stata bagnata avrebbe potuto con il suo terribile alito rendere pestilente l’aria per anni. Le due ragazze non poterono che comprendere la situazione… così la sete della mummia fu placata… ad essa e solo ad essa venne offerto non uno ma ben due bicchieri di Bacco a bagnare la riarsa e secolare gola. Da sotto quella carta igienica mi sentivo felice, forse perché anche senza averlo voluto ero come dire riuscito a fregare gli altri (compreso il Venerabile che rimaneva quell’unica volta a bocca asciutta, ma con un sorriso sul volto di Lui che ripagava il tutto) non in modo maleducato, non falso o altro, ma facendo quello che avevano chiesto, raggirando l’ostacolo e ponendomi dal mio lato vincitore…  Alla fine il gesto, la mia voglia di fare la mummia, mi fu quindi ripagato: potei cantare in egiziano arcaico, forse incomprensibile ai più... ”Sempre sia lodato il fesso che ha pagato”…

A questo evento che ho citato a titolo d’esempio ne seguirono molti altri: quasi tutti i passanti, attirati dalla favella del Venerabile e del Suo intraprendente seguito, non poterono che prestarci attenzione e rinnovare di volta in volta la visita al bar all’angolo…