Canti Goliardici fatti dall'Ordine e per l'Ordine

 

1.    Gerusalemme Liberata
2.    La Ballata del Templare
3.    Spada e Cavallo
4.    Canto di Abdicazione
5.    Ascoltami Vita
6.    Splendida la Luna
7.    Lord'O
8.    Rossa Come La Rosa

9.    Non Me Lo So Levare
10.  Una Storia
 
 

GERUSALEMME LIBERATA

(Prologo alla Ballata del Templare - sull'aria di "Carlo Martello" di De Andrè)

Il Tempio, lanciatosi in battaglia
disperde la marmaglia del barbaro invasor
La spada al cielo vien levata,
e brilla insanguinata: risplende di valor
Nobile sangue fu versato
ma il sogno s'è avverato: parabola d'onor
Le terre del regno d'oltremare
lor voller liberare: il Tempio è vincitor!

Non fu ferocia nè ansia di gloria
Non cupidigia a portar la vittoria:
fede e obbedienza, valore e puro coraggio.
Lieve già il vento scompiglia la piuma
del gran cimiero là dietro una duna
vinta è l'armata della mezzaluna!

Esulta il Maestro e la sua armata
Gerusalemme è liberata: sia lode al Redentor!
La rossa Croce del Templare
sulla rocca ricompare e sventola nel sol.
Ma un di loro depone l'armatura
e cerca la frescura, le note di un cantor.
In una taverna ritirato
da Bacco è convertito e va in cerca dell'amor.

Or la battaglia gli pare assai grave
d'or gli speroni non valgon due fave
sembra assai meglio l'amor di una donna soave!
Assai lontano vaga il disertore
lascia i compagni, non bada all'onore
per monti e valli lui cerca il gran dono d'amore.

(Templum cogitavit, S.Ecc. Manolus II Venerabilis composit)


LA BALLATA DEL TEMPLARE

La vera storia vi voglio narrare di una fanciulla di nobile aspetto
e del suo amore per un Cavaliere che vide un giorno passare.
Cosa vuol dire mio bel cavaliere la rossa croce che porti sul manto
Dolce fanciulla io sono un templare canto la gioia e l'amore.

(Rit:)  Giro per le contrade cantando alla vita
Giro per le contrade cantando all'amore
Tutte le mie speranze le porto nel cuore
Canto la felicità

Fermati o dunque mio bel cavaliere e per me sola s'innalzi il tuo canto
Deponi l'arme deponi il tuo manto vieni ti offro il mio cuor
Ma venne il giorno che il bel cavaliere riprese l'arme riprese il suo manto
Vide la donna con occhi di pianto la rossa croce lontano svanir

Rit

Passano i giorni e poi passano gli anni aspetta invano il suo bel cavaliere
Ma solamente una volta un templare la stessa donna può amare
Passano i giorni e poi passano gli anni passano tanti e bei cavalieri
Che della donna compraron l'amore ma con la croce nessuno passò

Rit

Ma in una notte fredda d'inverno alla sua porta bussò un cavaliere
L'arme ed il manto avea da templare la rossa croce portava sul cuor
Vecchia baldracca ti porto i saluti di quel templare che donna ti fece
L'arme ed il manto io porto in sua vece sono io stesso un templare

Rit

E allor svanirono tutti i suoi sogni come le nubi portate dal vento
Lasciò la strada si chiuse in convento e dopo poco morì


SPADA E CAVALLO

(Sull'aria di "Fila la Lana" di De Andrè)

Eravamo nel duecento,
poco meno o poco più,
era morto ormai da tempo
quel buon uomo di Gesù,
ma il sepolcro abbandonato
senza cura né rispetto
i fedeli di Maometto
già l'avevan conquistato.

Spada, cavallo, elmo e bandiera
questo la gente spesso racconta,
vagano soli incontro alla sera
ma quel cavallo nessuno lo monta.

Fu bandita una crociata
con seimila cavalieri.
Completavan la brigata
ventimila fanti e arceri.
Del sultan l'ultima insegna
venne alfin ammainata.
Terra Santa liberata
dalla turca gente indegna.

Spada, cavallo,...

È tornato ora il crociato
al suo feudo ed al suo tetto.
Il sepolcro è abbandonato
senza cura né rispetto.
Per qualcuno di quei prodi
non fu certo un buon ritorno;
delle corna ebbero lo scorno,
ma per altri onori e lodi.

Spada, cavallo,...

Furon giorni sciagurati
fra sollazzi e godimenti,
ma una notte fur svegliati
da rimpianti e patimenti.
Disperati udir la voce,
la paura lor fu tanta:
"Su tornate in Terra Santa!
Su! Nel nome della Croce!"

Spada, cavallo,...

Tutto ciò non servì a niente,
ritornarono ai piaceri;
ritrovandosi in oriente
solo nove cavalieri.
Con coraggio senza pari,
con valore adamantino,
tenner testa al Saladino.
Si chiamarono "Templari".

Spada, cavallo, elmo e bandiera
questo la gente spesso racconta,
vagano soli incontro alla sera
ma quel cavallo chissà chi lo monta.

 


CANTO DI ABDICAZIONE

(dedicato a Sua Eccellenza Ven. Ovololla)

Per le valli d'Oltremare
Per le vie del Saladi-ino
Non in cerca del bottino
Ma il Sepolcro a conquista-a-a-are:
Certo duro fu pugnare
Certo greve fu regna-are
Ma già l'elmo del Templare
Pien di vino è per brinda-a-a-are!

Snuda orsù il brando, cavalca nel sole
Brilla l'usbergo, e grande è il tuo cuore:
Di noi guerrieri l'amato signore
dorato è l'elmo, e grande il valore
Lieve già il vento scompiglia la piuma,
Aleggia un ricordo là oltre una duna,
Materna eco, né sole né luna:
Non "Ubi Major", ma lei o nessu-u-una.
Scuoti la polvere dal tuo vestito
Fu lunga strada, la sete hai patito
All'orizzonte già scorgi il nemico
Si staglia nel sole e fugge atterri-i-ito.

Lunga e aspra fu la via
Di battaglie costellata
Ti seguiva la tua armata
Ora la malinconia...
E dei menestrelli il canto
Nel deserto si tramanda
Ora un altro ci comanda
E grande rimane il vanto.

Snuda orsù il brando, cavalca nel sole
Luccica l'elmo, e canta il tuo cuore:
Di noi guerrieri l'amato signore
Rossa è la spada, e grande il valore.
Lieve già il vento scompiglia la piuma,
Aleggia un ricordo là oltre una duna,
Sangue già scorre sulla terra bruna:
Vinta è l'armata della mezzaluna.
Polvere e sangue son sul tuo vestito
Fu lunga lotta, ferite hai patito
All'orizzonte in fuga è il nemico
L'avvolge un miraggio e presto è sparito.

 

(Cav. Manolus II fecit)


ASCOLTAMI, VITA (Tre Stelle nel Cielo)

Fiume che scorri, lampo nel cielo,
rosa dai petali neri,
ruota che giri una volta soltanto,
vuoi prenderti gioco di me?

Lacrime sul mio viso
Non ce ne son perché
Il tempo è rimasto
Immobile per me.

Ascolta la voce di un fedele giullare
Che vive soltanto per ridere
Per vivere sognando ancora un po'…
Ascolta il canto d'amore
Che è dedicato a te
E lasciaci scordar cos'è il dolor.

Amore miraggio di primavera
Scaldi le tenebre in ogni persona
Illumini il buio di malinconia
Ebbrezza e felicità.

Vedi quel ragazzo disteso sul prato
Al sicuro sotto l'ombra di un fiore dorato
Non è ubriaco, è solo un po' brillo,
la vita non può più ferirlo.

Ascolta il suo canto divino e profano
Che narra la pace di un mondo lontano
Orizzonte di pura libertà…
Feluca e mantello, tre stelle nel cielo,
risuona la sua melodia,
si ferma un poco nell'aria
e poi vola via…

(Seneschalcus Trombadour Curial fecit)


SPLENDIDA LA LUNA

Splendida la luna,
Risplendono le stelle,
Osserva tutto l'anno,
Quant'esse sono belle.

Gira questo manto,
Lo fa infinitamente,
Lo seguo con lo sguardo,
Immerso nella mente.

E so che poco sotto,
La linea d'orizzonte,
Si cela quieto il sole,
Dei bei colori fonte.

Rit: E scopro quanto sia
Stupenda questa vita
La voglio trattenere
Sulla punta delle dita
Assaporarla sempre
Finché non sarà più
E lasciare tutto il cuore
Alla nascente gioventù.

E poi passano gli anni,
E ti svegli ancor così,
Com'era stato ieri,
Com'era il primo dì.

Ti accorgi che la notte,
Giammai spaventerà,
Un'anima d'amore,
Che per sempre sognerà.

Così la tua stagione
Finita non sarà;
Ti sembrerà di averne
Ancor più della metà.

Rit.

(Seneschalcus Trombadour Curial   fecit)


LORD ' O

(dedicata al Summus Divinator Teutates - Sull'aria di DAITARN III)

Siam qui con te, un po' inca??ati perché
Da anni stiamo in Palestina laggiù
e difendiam la croce, da quell'insidia atroce
ma la pozione magica, tu non ce la dai!
Orsù Nostro Alleato, non puoi sfidare il fato
con la pozione magica siamo invicibili!

Lord'O, Lord'O!
Arriva già il Tosone, scappa!
se no ti molla un'altra placca,
su fuggi via, Lord'O !!

Lord'O, Lord'O!
Per noi tu sei davvero forte
per noi tu sei davvero grande
su andiamocene a ber!!

(S.Ecc. Manolus II Venerabilis fecit)


ROSSA COME LA ROSA

(dedicata ai RosaCroce, in occasione dell'Abdicazione di Gargagnan Venerabilis)

 

La-                                        Do
Santi cavalieri ci chiamavano
Sol                                Re
Cavalcavamo verso il sole
La-                                    Do
Verso le chimere del futuro
Sol Re Mi- Do Sol Mi- Do Sol La-
Portavo fiero il mio destriero
Re-                             Do
Ma ora mi porta il vento
Sol                      Re-
Le parole del tempo
Re-                                Do
Lascio a voi la mia storia
Sol                                  Re-
Che sia buona in memoria

RIT.
Fa                      Do
Sono un Templare
Sol                             Re-
In viaggio verso il mare
Fa                Do
La rossa Croce
Sol                  Re- La-
E la rosa van con me

La-                                Do
A nuova vita rinasceremo
Sol                                    Re
Come fenice dal sacro fuoco
La-                                     Do
Figli miei con grande onore
Sol Re Mi- Do Sol Mi- Do Sol La-
La rossa Croce portate in cuore
Re-                                          Do
Scorgo l’alba di un nuovo giorno
Sol                                               Re-
Guardo avanti e gli corro in contro
Re-                                       Do
Sellate presto il mio destriero
Sol                                             Re-
È giunto dunque il gran momento

RIT.

(Mons. Semperrictus, Inquisitore del Tempio, fecit
ante esse S.S. Rubeus Renatus XII Siberianus)


NON ME LO SO LEVARE

(Sull'aria della quasi omonima canzone)

(I strofa)

Si m
Un po' mi manchi tu che bandavi

Sol..............................La.............Si m...Sol..La
O semplicemente la tua bianca schiuma..nananana

Si m
E quel coso non vibrava

Sol..........La...............................Si m
Stava fermo sempre da mattina a sera.

......Sol...............La
come te lui non amava

Si m
Io non piango mai per te

Sol.............La...........Si m..Sol.....La
Non farò niente di simile... nononono

Si m....................Sol.........La
Si, lo ammetto, un po' ti penso

Re
Ma mi arrangio

..Sib m........Fa#
Non lo tolgo più


Si............................................................Mi
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare

................................Fa#.........................Si
E creder di volere un pene quando invece ho lui

Mi
Lui non ha le mani calde

..................................Fa#
Non mi abbraccia e mi ripeto “quanto è grande”,

Si.........................................................Mi....Fa#
Me lo sento che si muove in tante cose...nananana

Si.............................................................Mi
Nella figa, l’intestino, gli occhi no perché fa male

...................................Fa#.......................Si
Che anche se non vale niente perlomeno a me

..................Mi
Mi permette di sognare

......................Fa#
E se ho voglia, di lasciarlo camminare

Si.........................................Mi
Scusa, sai, non vorrei dire masturbare

.............................Fa#.................Si
Ma vuoi dirmi come faccio a farlo uscire?

..........Mi...........Fa#
Non me lo so levare

Si...............Mi......Fa#
Io non me lo so levare


(II strofa)

La notte fonda e la luna piena
Ci offrivano da dono solo l'atmosfera
Ma l'usavo e l'uso ancora
In ogni taglio finisce e non mi stanca
Sol La Re
E se sto così sarà la primavera..
Sib m Fa#
Ma non regge più la carica...


Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E creder di volere un pene quando invece ho lui
Lui non ha le mani calde
Non mi abbraccia e mi ripeto “quanto è grande”,
Me lo sento che si muove in tante cose...nananana
Nella figa, l’intestino, gli occhi no perché fa male
Che anche se non vale niente perlomeno a me
Mi permette di sognare...
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E creder di volere un pene quando invece ho lui
Lui non ha le mani calde
Non mi abbraccia e mi ripeto “quanto è grande”,
Me lo sento che si muove in tante cose...nananana
Nella figa, l’intestino, gli occhi no perché fa male
Che anche se non vale niente perlomeno a me
Mi permette di sognare
E se ho voglia, di lasciarlo camminare
Scusa, sai, non vorrei dire masturbare
Ma vuoi dirmi come faccio a farlo uscire?
Ma vuoi dirmi come faccio a farlo uscire?
Ma vuoi dirmi come faccio a farlo uscire...

(Mons. Semperrictus Inquisitore del Tempio fecit
ante Pontificato Suo)



UNA STORIA

(dedicata alla propria f....., e a Manolus II Venerabilis che ne patì l'assenza)

Si- Sol
Addio mio dolce amore, mia fedele compagna di gioventù
Si- Sol
Io ti lascio ai nostri giochi e vado via verso nuove vite.
Si- Sol
Ora mia cara sono un uomo, con tutto quello che si può volere
Si- Sol Si- Do
Una donna, una casa, un cane e cose che non avrei voluto avere
Do Sol
Ma tu lo sai che i pazzi non stanno in cielo
Do Sol
E i nostri giochi sono da bambini
Do Sol
Io vivo qui e ti lascio andare
Do Sol
Insieme a ciò che ho di caro.
Si- Sol
Passano giorni, mesi e anni e tu ancora mi osservi da lì
Si- Do
Da lì dove ti ho lasciata immutata e ancora giovane
Sol Do Re
Tu mi tenti mio verde amore con sottili poesie

Re Sol
Torna a giocare con me, lascia andare tutto ciò che non ti appartiene
Re Sol
C’è ancora posto per noi tra le sette stelle nel cielo
Do Sol
E tra gli amici quelli che conoscono il vero
Re Sol
E canteremo ancora insieme fino a vedere luce del mattino
Re Sol
Fino a sentire il coro di una siepe che si sta svegliando ancora
Re Sol
E torneremo a girare il mondo e come zingari senza meta
Do Sol
E ci addormenteremo accanto come fu.

Si- Sol
E allora sì torno bambino e con te a giocare agli uomini
Si- Do Sol
E di nuovo ti calzerò e come trofeo di mille avventure
Re Sol
Ti porterò…..mio dolce amore.
Si- Do Sol
E di nuovo ti calzerò come trofeo di pochi amici veri
Re Do Sol
Ti porterò…..mio dolce amore.

(S.S. Rubeus Renatus XII Siberianus fecit)


© dei singoli autori, ove noti.